La Moldavia sempre più vicina al suo ingresso in Eu

16.11.2023

di Nicole Giordano


La Moldavia, paese ex sovietico confinante con l'Ucraina e la Romania, sta lavorando da tempo per entrare nella grande comunità dell'Unione Europea. Difatti, il ministro degli Esteri, Nicu Popescu, ha dichiarato in un'intervista che lo stato moldavo sta cercando di limitare l'influenza degli oligarchi russi che tentano, tramite aiuti economici di milioni di euro, "accaparrarsi" i politici e i cittadini moldavi. Una compravendita a tutti gli effetti. Alcuni esponenti sostengono che le elezioni di pochi giorni fa siano state influenzate dalla presenza russa. Prima delle elezioni la presidente Sandu aveva avvertito del pericolo di infiltrazioni di partiti mascherati da filo-europeisti, ma pagati da Mosca. Anche l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Ocse, aveva avvertito che l'impatto esterno e le misure restrittive imposte per motivi di sicurezza avrebbero avuto un impatto negativo sul processo.

Le elezioni amministrative sono state viste come un test per sondare il terreno dell'affluenza alle urne, e per studiare il grado di europeizzazione tra i cittadini moldavi, proprio a pochi giorni dal parere della Commissione europea sull'ingresso della Moldavia per l'inizio dei negoziati di adesione. Un voto che ha visto un paese diviso in due. Da un lato, il Partito di azione e solidarietà (Pas) della presidente Sandu ha ottenuto più 40% dei voti espressi per l'elezione dei sindaci, dei consiglieri. Una vittoria parziale ottenuta in molte aree rurali che però non ha visto il controllo delle grandi città. Infatti, nella capitale Chişinău è stato riconfermato il sindaco ex socialista filo-russo Ion Ceban e fondatore del Movimento alternativo nazionale (Man), forza politica alternativa rispetto alle questioni europee.

Importante è stato l'evento parlamentare tenuto dallo speaker Igor Grosu con la partecipazione della presidente Sandu e del primo ministro Dorin Recean. Diversi parlamenti europei sono stati partecipi ad eccezione della Slovacchia e dell'Ungheria. I temi affrontati nelle sezioni in programma sono stati proprio in merito all'ingresso in Ue e sullo sviluppo economico ed energetico. Un problema di cui forse troppo poco si parla è la guerra ibrida, quasi congelata nel territorio della Transnistria che occupa circa un decimo del territorio dello stato moldavo e ha al suo interno una forte componente slava. Negli anni 40' divenne parte della Moldavia a seguito dell'annessione della Bessarabia, sottratta ai rumeni. Nella regione vi è sempre stata una propaganda di russificazione, grazie anche alla presenza di industrie sovietiche. Insomma, l'Ucraina è la guerra bellica in atto europea, però ci sono anche altri territori che avrebbero bisogno di un supporto europeo.

Lo stato moldavo si sta impegnando ad effettuare quelle riforme necessarie per l'entrata in Europa. Ora tocca a Bruxelles accelerare i passi in questo senso. Importante saranno le elezioni del prossimo anno, anche se si vede l'affermarsi di forze di opposizione filo-europee. L'Italia svolge un ruolo importante di supporto politico e finanziario alla democrazia moldava. Bruxelles sicuramente aspetterà le prossime elezioni per poter dar il via ufficiale ai processi negoziali di adesione per sondare il terreno delle elezioni. Un banco di prova anche per i filo-russi. Può darsi che l'Europa sarà più forte nell'affrontare le minacce russe a seguito dell'avvicinarsi di molti stati ex sovietici. Un'Ue che detta le linee potrebbe accadere in un futuro prossimo. 

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