LA CARTA MONETA ITALIANA VENIVA STAMPATA A LONDRA

05.09.2022

La ricerca incrociata, che avvolte avviene anche per caso, porta sempre i suoi frutti. Più scaviamo, più troviamo letame nella vera storia italiana risorgimentale, ma non solo, anche in altri periodi storici, e la regia è sempre la stessa,da centinaia di anni a tutt'oggi, una casta di un'etnia precisa. In più riprese abbiamo dimostrato che il periodo Risorgimentale e la successiva Unità d'Italia è tutta opera della casta massonica sionista che ha operato attraverso Inghilterra, Francia, Stati Uniti d'America, per distruggere gli imperi, soprattutto del Mediterraneo per la futura egemonia sul Medio Oriente e il primo citato, zona del Mediterraneo, con la costruzione del prestabilito Canale di Suez per i futuri commerci internazionali per avere il pieno controllo mondiale dei mercati industriali e economici. Tutto era stato prestabilito a tavolino, mattone su mattone sono arrivati ai loro obiettivi. Fatta questa premessa storica, un'altra prova inconfutabile che la natura degli eventi risorgimentalii è Britannica, è che la carta moneta italiana in circolazione di quegli anni, veniva stampata a in Inghilterra presso la Bradbury Wilkinson & C. di Londra, regolamentata dal Gold Standard. Di conseguenza è l'ennesima prova che siamo da tempo a tutt'oggi una loro creatura e che il sovranismo del passato è quello richiesto oggi è solo un'illusione. 

Di seguito mettiamo 2 righe di un estratto di un  sito per capire cos'è il Gold Standard e per capire la Carta Moneta e chi c'è dietro al suo funzionamento. 

https://www.studenti.it/il-gold-standard-storia-dei-rapporti-tra-oro-monete-e-banconote-in-europa.html?google-amp=1



Con il passare del tempo la circolazione delle banconote divenne sempre maggiore grazie alla nascita di istituti di credito che ne effettuavano la stampa: una tra le prime banche ad emettere banconote in modo costante fu la Bank of England, fondata nel 1694, cui presto venne affidato il compito di gestire interamente il bilancio dello stato inglese. Sull'esempio inglese molti stati europei, a cavallo tra 1700 e 1800, iniziarono a dotarsi di banche nazionali cui spettava il compito di convertire il metallo prezioso in cartamoneta, tra cui la Francia nel 1800 e l'Austria e l'Olanda tra il 1814 e il 1817.

Con il tempo l'oro, il principale metallo prezioso usato per la coniazione, da moneta circolante era diventato quindi una riserva di valore custodita nelle banche. Nella teoria gli istituti di credito avrebbero dovuto garantire la piena convertibilità della banconota in oro o in altri materiali, ma nei fatti l'emissione di cartamoneta era frequentemente maggiore delle stesse riserve di metallo prezioso depositate: il culmine di questo processo si ebbe in Inghilterra ad inizio '800, quando per evitare la bancarotta venne dichiarata la sospensione della conversione in oro delle banconote.

Occorreva quindi un nuovo sistema in grado di regolare l'emissione delle banconote in funzione della disponibilità dei materiali preziosi, in modo da rendere stabile l'assetto finanziario dei singoli stati e di regolare gli scambi commerciali internazionali. La soluzione al problema venne trovata sempre in Inghilterra: con la fine della crisi finanziaria il governo inglese decise di puntare unicamente sull'oro come metallo prezioso - sebbene nel paese circolasse anche l'argento - e di regolamentare chiaramente il sistema monetario in vigore.

Peso dell'oro, 1932, dopo l'abolizione del Gold Standard - Fonte: Getty-Images

Nasceva così il Gold Standard, un sistema finanziario e monetario unicamente legato all'oro: attraverso una legge nota come Bank Charter Act varata nel 1844 veniva stabilito che alla sola Banca d'Inghilterra spettasse il compito di emettere nuove banconote; ogni nuova emissione doveva inoltre essere coperta da un uguale ammontare di oro presente nella banca. In questo modo il totale di moneta circolante restava in una costante proporzione con la riserva aurea, evitando squilibri nel sistema finanziario e nel mercato interno.

Sul piano dei rapporti internazionali con il Gold Standard britannico veniva introdotto un rapporto di cambi fissi tra diverse valute nazionali, al fine di avere un sistema ordinato in grado di regolamentare i rapporti finanziari tra stati. La base per stabilire il valore di una valuta rimaneva sempre il metallo pregiato, l'oro, che doveva essere possibile comprare e vendere liberamente, ed eventuali oscillazioni del valore di una valuta rimanevano comprese all'interno del prezzo di acquisto e vendita dell'oro stesso; nella teoria i flussi finanziari avrebbero poi garantito la stabilità dell'intero sistema.

Nonostante l'innovazione inglese per gran parte dell'Ottocento in Europa continuò a esserci sostanzialmente un sistema bimetallico; tuttavia la crescente forza politica e finanziaria della Gran Bretagna, che stava giungendo al suo apogeo, convinse con il tempo le altre nazioni ad adottare ilGold standard. La prima nazione ad uniformarsi al sistema inglese fu la Germania appena unificata nel 1871, mentre a fine secolo aderirono anche nazioni importanti come Russia e Stati Uniti, rendendo il Gold standard il sistema finanziario principale che avrebbe regolato l'economia mondiale per diverso tempo.

Ricercatore Indipendente 

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