Il vertice 2+2 tra Giappone e Regno Unito

16.11.2023

di Giorgio Grosso


Martedì 6 novembre si è svolto a Tokyo l'incontro di vertice 2+2 tra i ministri di Esteri e Difesa di Regno Unito e Giappone. Al centro dell'incontro il progetto GCAP (Global Combat Air Combat) che prevede lo sviluppo e la produzione di un progetto comune per un caccia di sesta generazione. Il progetto, che comprende anche l'Italia, andrà a rimpiazzare gli F-2 giapponesi e gli Eurofighter britannici e italiani. Le parti hanno ipotizzato che il trattato che darà il via ai lavori potrebbe essere firmato entro la fine dell'anno.

Oltre a ciò, a margine dell'incontro è stata sottolineata la necessità di condurre maggiori esercitazioni congiunte simili alla "Vigilant Isles 2023": quest'ultima prenderà il via a breve e per l'occasione saranno presenti in Giappone circa 150 militari britannici. L'esercitazione ha una forte valenza politico-strategica ed è volta a saldare la narrazione per la quale la sicurezza dell'Indo-Pacifico e quella europea sono strettamente interconnesse. Unitamente al prossimo dislocamento della portaerei HMS Queen Elizabeth nella regione indo-pacifica, questa dimostra la volontà di Londra di tornare a giocare un ruolo importante nell'area a quasi 70 anni dalla crisi di Suez, l'evento che determinò di fatto il disimpegno britannico dall'Asia.

Per la diplomazia giapponese operazioni di questo tipo sono fondamentali per confermare il proprio dinamismo sul piano diplomatico e strategico, lavorando contestualmente sulla propria rigorosa legislazione interna. È infatti probabile che il governo di Tokyo autorizzerà per la seconda volta nella storia del Paese misure di "asset protection" (la prima volta fu con gli Stati Uniti), uno strumento legale che consentirebbe alle forze armate giapponesi di intervenire proporzionalmente a difesa delle forze alleate qualora si manifestasse un rischio per la sicurezza di queste ultime. Questo provvedimento permette di eludere le disposizioni dell'art. 9 della Costituzione, che stabilisce l'oramai tradizionale pacifismo del Giappone. Un ulteriore passo verso la "normalizzazione" del ruolo politico del Paese, per il quale è ormai necessario dotarsi di uno strumento militare equiparato al proprio peso economico e politico se vuole rispondere efficacemente alle sfide poste dall'ambiente strategico circostante.

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